Biologia del potere by Jean-Didier Vincent

Biologia del potere by Jean-Didier Vincent

autore:Jean-Didier Vincent [Vincent, Jean-Didier]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Codice Edizioni
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


L’ossitocina è un trattamento efficace contro l’autismo?

L’autismo, e più in generale i disturbi dello spettro autistico, sono problemi dello sviluppo umano caratterizzati da una interazione sociale e da una comunicazione anormali, che si accompagnano a comportamenti limitati e ripetitivi. La sua incidenza è marcata: negli Stati Uniti è colpito un bambino ogni 68, e nessun farmaco si è dimostrato efficace per trattare disturbi psichici così invalidanti.

L’ossitocina, prodotta dai neuroni neurosecretori nell’ipotalamo, interviene nell’attaccamento e in diversi legami interpersonali che riguardano, più in generale, la socializzazione e la fiducia tra i partner. È stato dunque interessante studiare l’eventuale effetto curativo dell’ossitocina sull’autismo, sapendo che questo neuropeptide supera la barriera ematoencefalica a livello della mucosa nasale. Studi recenti su pazienti giovani hanno dato risultati contrastanti. Per contro, Penagarikano e i suoi collaboratori hanno fornito dati che avvalorano l’efficacia dell’ossitocina nell’autismo. Gli autori hanno osservato che topi portatori della mutazione cntnap2 (un gene che codifica la contactin-associated protein-like 2) manifestano uno spiccato deficit sociale e una marcata riduzione dell’ossitocina nel cervello. Un trattamento intranasale giornaliero di ossitocina migliora lo sviluppo e, in seguito, la ristrutturazione dei circuiti neuronali delle capacità sociali; tali risultati non sono confermati nell’uomo.

Le nuove strategie terapeutiche hanno abbandonato la polverizzazione intranasale, il cui effetto è risultato insufficiente. Si tratta allora di stimolare la liberazione endogena di ossitocina (per esempio con agonisti di MCAR11) nell’ipotalamo, combinandola con una terapia comportamentale. Tra le regioni interessate dall’aumento di ossitocina nel cervello vi sono la corteccia prefrontale mediana, l’insula anteriore, l’amigdala e lo striato ventrale (nucleus accumbens).

L’impiego di modelli animali resta un filone di ricerca fecondo: per esempio, la presenza di recettori dell’ossitocina nelle regioni colinergiche del cervello dei primati che modulano l’attenzione visiva e uditiva12. L’ossitocina, poi, aumenta il rapporto segnale/rumore nell’ippocampo del topo; e un legame con l’autismo è suggerito dallo sviluppo del neuromediatore inibitore GABAergico, a spese del sistema eccitatorio durante la nascita.

Alcuni studi hanno avuto come oggetto l’esposizione cronica all’ossitocina, che potrebbe desensibilizzare i recettori. I dati genetici (cntnap2) non implicano che l’ossitocina sia efficace in tutte le popolazioni di persone autistiche. Il National Institute of Montreal Health (NIMH) incoraggia una classificazione basata al contempo su dati comportamentali e su meccanismi biologici, e richiede degli obiettivi per i saggi clinici sull’ossitocina. Per esempio, nelle persone autistiche di sesso maschile essa migliora la percezione delle emozioni sociali e la modulazione dell’attività della corteccia dell’insula, dimostrando l’impatto funzionale su un sistema nervoso perturbato. Questi risultati potrebbero risultare favorevoli a un impiego dell’ossitocina nell’autismo. Una penetrazione notevole nel cervello e l’attivazione dei recettori ossitocinergici, confrontati con una liberazione endogena dell’ormone, sono una possibile limitazione della terapia con l’ossitocina. La generazione successiva potrebbe aggirare questi ostacoli stimolando, tramite farmaci efficaci, la liberazione endogena di ossitocina o sviluppando piccole molecole agoniste e modulatori allosterici efficaci per la liberazione endogena dell’ossitocina che migliori la cognizione sociale. E tutto questo sull’esempio del recettore della melanocortina (MC4R), che può, inoltre, ristabilire il deficit sociale nei topi mutanti cntnap2, con la possibilità di una terapia genica nell’uomo.

In conclusione, l’ossitocina resta un obiettivo promettente per il miglioramento delle funzioni sociali.



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